In Italia, un veicolo è considerato d’epoca se ha almeno 30 anni dalla data di costruzione (non dall’immatricolazione), è in condizioni originali e viene registrato come tale.
Un veicolo d’epoca non può circolare liberamente su strada: è ammesso solo in occasione di manifestazioni e raduni, previa autorizzazione e con foglio di via e targa provvisoria (oppure quella originale, se disponibile). Tali veicoli sono cancellati dal PRA (Pubblico Registro Automobilistico) e iscritti nell’elenco del Centro Storico del Dipartimento dei Trasporti Terrestri.
Sono esentati dal pagamento del bollo; in alcune regioni è prevista una tassa forfettaria da versare solo se il mezzo circola. L’IPT (Imposta Provinciale di Trascrizione), dovuta nei passaggi di proprietà, è ridotta, così come il premio assicurativo, che beneficia di tariffe agevolate.
Il veicolo storico o di interesse collezionistico, invece, deve aver compiuto almeno 20 anni dalla costruzione ed essere iscritto in uno dei registri riconosciuti dall’art. 60 del Codice della Strada (ASI, Lancia, Fiat, Alfa Romeo, FMI).
È dotato di un Certificato di Rilevanza Storica (CRS), che attesta la data di costruzione e le caratteristiche tecniche. A differenza dei veicoli d’epoca, è regolarmente iscritto al PRA e può circolare su strada, purché superi la revisione biennale ministeriale.
Anche in questo caso, può beneficiare di esenzioni o riduzioni sul bollo (fino al 100%, a seconda delle normative regionali), e di assicurazioni dedicate.